AVVINCENTE LEZIONE DI MAURIZIO GOBBI

Al “Mese Dantesco” il Professore ha mostrato come Dante abbia concepito la Divina Commedia al fine di redimere l’umanità, corrotta e perduta nel peccato


Mercoledì otto maggio, nella Sala Alberoni della Biblioteca di Stato, si è svolto il terzo appuntamento del Mese Dantesco, organizzato dall’associazione Dante Alighieri di San Marino.

Ad accompagnare gli ascoltatori nella sua lectio è stato il professor Maurizio Gobbi, che da anni non fa mancare il suo contributo di profondo conoscitore della materia, recitando e commentando i vari brani presentati. La professoressa Valeria Martini, Coordinatrice della Commissione Letture Dantesche dell’Associazione, ha introdotto l’incontro, ringraziando il professore per l’impegno dedicato ogni anno al Mese Dantesco e annunciando il tema della conversazione di quest’anno: “Dante inviato Celeste – Investito di una missione redentrice, il Poeta lancia invettive nei confronti di un mondo corrotto e perduto nel peccato”, conversazione che verte sul tema della missione redentrice di cui Dante si è reso protagonista nei confronti di un mondo corrotto e perduto nel peccato.

Il professore ha recitato a memoria oltre trecento versi, sobbarcandosi uno sforzo notevole e dando un’ennesima prova delle sue doti mnemoniche, apprezzate come sempre da un uditorio attento e preparato. Egli ha spaziato dall’Inferno al Purgatorio, al Paradiso presentando brani celebri come quello del fiorentino Farinata, il magnanimo miscredente, appartenente al partito ghibellino, quindi nemico di Dante, ma da lui esaltato come grande figura patriottica.

Nell’Antipurgatorio ci ha mostrato la figura di Manfredi, caduto valorosamente nella battaglia di Benevento, scomunicato dal papa ma perdonato da Dio in virtù del suo pentimento in punto di morte.

Nel Paradiso sono emerse le figure del trisavolo Cacciaguida, morto in Terra Santa durante la terza crociata, e quella di San Pietro, che si scaglia in una feroce invettiva contro Bonifacio VIII ed altri pontefici corrotti. Entrambi invitano Dante a non nascondere nulla di ciò a cui ha assistito e a non curarsi delle ritorsioni, che pur ci saranno, da parte dei vari potenti accusati dei più svariati misfatti.

La carrellata di strofe ci ha presentato le famose invettive contro Pisa e Firenze, ma anche altre meno note: contro gli aretini, paragonati a cani ringhiosi ma innocui; contro i Casentinesi, paragonati a brutti porci; contro i romagnuoli, imbastarditi; quelle contro Pistoia, patria del ladro Vanni Fucci; contro i genovesi, privi di ogni virtù; contro i presuntuosi senesi. Insomma ce n’è per tutti: la lingua di Dante più che graffiante è tagliente.

Il professore ha recitato i versi con cui son stati consegnati ad eterna infamia i suoi nemici personali: di Bonifacio si è già detto, Filippo Argenti, dal quale pare fosse stato schiaffeggiato, e Branca Doria col quale, anche, era venuto alle mani. Il primo è gettato nella broda della Palude Stigia, l’altro, omicida, precipitato nell’Inferno ancor prima di morire.

Infine gli amici Ciacco e Forese, nonché il maestro Brunetto Latini.

Insomma una serata piacevole durante la quale gli ascoltatori si sono profusi in lunghi applausi.

L’ultimo incontro mercoledì 22 maggio, nella Sala Alberoni della Biblioteca di Stato alle ore 16,45. La professoressa Valeria Martini si cimenterà in una conversazione “Un paese innocente – Eden, mondo bucolico e drammi della storia”, accompagnata da letture, recitate dalla studentessa Luciana Alliotta, e dal canto di Letizia Colombini.

Il Mese Dantesco 2024 si svolge grazieanche al contributo economico della Società Unione Mutuo Soccorso e con il patrocinio della Segreteria di Stato per la Cultura, dell’Ambasciata d’Italia a San Marino e della Commissione Nazionale UNESCO