Il piacere di fare comunità e cultura anche d’estate per riscoprire il cinema (e l’Italia) di oggi

Si è tenuto mercoledì sera il primo appuntamento della rassegna cinematografica organizzata dall’Ambasciata d’Italia a San Marino e dalla Società Dante Alighieri. Il titolo dell’iniziativa, resa possibile dalla fruttuosa collaborazione dei due enti e dalla generosa ospitalità di sua Eccellenza Guido Cerboni nei giardini dell’Ambasciata, si ispira a un celebre verso dantesco del Purgatorio, in cui il Sommo Poeta, alla vista dei bassorilievi scolpiti dalla mano di Dio, si accorge che le mirabili immagini prendono vita sotto i suoi occhi, profetizzando in qualche modo la settima arte.

L’edizione 2018, che – come auspicato dal presidente Franco Capicchioni – si spera possa essere la prima di una lunga serie, ha come sottotitolo “Sguardi contemporanei – L’Italia si racconta”, in quanto – come ricordato dalla moderatrice della serata, la professoressa Maria Elena D’Amelio – tutte le pellicole presentate, prodotte grazie ai contributi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, aprono uno squarcio sulla realtà odierna dello stivale.

Nella suggestiva cornice dei giardini dello storico edificio in Via Onofri, all’ombra della Terza Torre, un pubblico intimo ma numeroso si è riunito – rinnovando una pratica, quella del cinema all’aperto, da sempre sintomo di una sana vita civica – per assistere alla proiezione de “La bella gente” di Ivano Di Matteo (2009).

Il film, un amaro spaccato dell’ipocrita borghesia del bel paese, racconta la triste vicenda di Nadia, prostituta ucraina, che Paola, responsabile di un centro anti-violenza nella capitale, si intestardisce a voler ospitare nella sua casa delle vacanze, nella speranza di diventarne la salvatrice. In realtà i buoni sentimenti che dovrebbero animare questo slancio di altruismo – inutilmente mitigato dal marito “mediatore” – si rivelano del tutto egoistici e capitolano quando l’affascinante ragazza si innamora del figlio della coppia, Giulio.

La pellicola, sviscerata grazie all’aiuto della D’Amelio, ricercatrice e già docente universitaria negli Stati Uniti di Cinema e Media, che ha condotto con grande efficace il fruttuoso e intenso dibattito seguito alla proiezione, è stata apprezzata – oltre che per la bravura degli interpreti – per la desolante attualità dei temi, la narrazione senza sbavature e la sceneggiatura “a orologeria”.

Il bilancio per la prima serata di questa iniziativa – che potrebbe diventare il degno complemento estivo alle attività della Dante – è, dunque, assai positivo. La formula del cineforum, in passato così diffusa e oggi purtroppo caduta in disuso di fronte all’avanzare dei multisala e dei servizi di streaming, si è infatti rivelata un’occasione formidabile per riscoprire, oltre alle perle di cinema d’essai che non hanno ricevuto all’uscita lo spazio che meritavano per questioni di distribuzione, il piacere di “fare” comunità – come gli ateniesi che salivano a teatro sull’acropoli – di fronte a uno schermo, a un’immagine “che non tacciono“.

Il prossimo appuntamento è per mercoledì 8 agosto con “L’Oriana“: Vittoria Puccini è Oriana Fallaci, nel film di Marco Turco del 2015 che racconta la vita di una grande protagonista del ventesimo secolo, con Vinicio Marchioni nel ruolo di Alekos Panagulis. L’ingresso è libero.